Guida alle tasse comunali sulla casa

La IUC Imposta Unica Comunale, introdotta dalla legge di stabilità 2014, è una imposta destinata al comune e articolata in tre distinti tributi, con differenti presupposti impositivi:

  • Tari
  • Imu
  • Tasi

Si tratta pertanto di una imposta  avente, da un lato, natura patrimoniale, in quanto imposta dovuta da chi possieda un immobile non adibito a prima casa e non di lusso, dall’altro di tassa sui servizi, come le precedenti tasse sui rifiuti (TARSU, TIA, TARES).

La dichiarazione IUC deve essere presentata da chi deve pagare il tributo, entro il 30 giugno dell’anno successivo ed ha effetto anche per gli anni successivi, pertanto non deve essere periodicamente presentata, se non subentrano modificazioni.

ATTENZIONE! la legge di bilancio dello Stato per il 2020 ha previsto la cancellazione della Tasi, ma per i Comuni che nel 2015 avevano applicato la maggiorazione Tasi (0,8%) confermandola fino al 2019 si consente di avere una compensazione del minor gettito per il 2020 maggiorando l’Imu fino al tetto massimo dell’1,14%.Negli anni successivi l’imposta potrà solo subire riduzioni e non ulteriori aumenti.

Anche l’IMU, con la legge di bilancio 2020 ha subito delle modifiche che saranno più chiare dopo le relative delibere comunali.

I punti in comune

Caratteristica comune delle imposte è quella di lasciare ampia autonomia al Comune nel determinarne sia le caratteristiche sia le modalità di pagamento, ed in particolare:

  • i minimi annuali sotto i quali l’imposta non è dovuta
  • le aliquote
  • le date entro le quali dovranno essere eseguiti i versamenti
  • le eventuale detrazioni e riduzioni

Le varie componenti  fanno sempre riferimento all’anno solare, cioè si pagano per il periodo che va dal 1 gennaio al 31 dicembre.

Le differenze

Dal momento che stiamo parlando di imposte diverse che riguardano lo stesso bene, cioè l’immobile, è opportuno chiarirne subito le differenze, a partire dallo scopo che ognuna di esse permette di perseguire:

L’Imu serve a finanziare i Comuni per l’insieme dei servizi che offrono, senza destinazioni predefinite.

La Tari serve a sostenere le spese dei Comuni per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti.

Chi deve pagare

Dalle diverse finalità delle  imposte deriva il fatto che non vanno pagate tutte dal proprietario dell’immobile.

Ecco a chi spetta il pagamento delle diverse imposte:

La Tari deve pagarla chi utilizza a qualsiasi titolo  l’immobile (proprietario, locatario, ecc) che produce i rifiuti urbani per i quali opera il servizio di raccolta e smaltimento;

L’Imu devono pagarla i proprietari degli immobili o chi esercita su di essi un diritto reale, come il diritto d’abitazione o d’uso.

L’Imu non va pagata sugli immobili utilizzati come abitazione principale e sulle relative pertinenze.

Quanto si paga

Ognuna delle  imposte segue un proprio criterio, pur essendo unico il referente, cioè il Comune. Anche la base di calcolo non è la stessa.

Per l’Imu ogni Comune stabilisce autonomamente le proprie aliquote, nell’ambito dei massimali fissati per legge. Rispetto alla regola per la quale sono esentate solo le proprietà usate come abitazione principale, il singolo Comune può decidere di esentare le case possedute da anziani e disabili residenti in istituti di cura o ricovero, oppure possedute da cittadini italiani residenti all’estero, purché, in entrambi i casi, tali abitazioni non siano concesse in affitto.

Per la Tari ogni Comune stabilisce le proprie tariffe in base ai costi reali della raccolta e smaltimento dei rifiuti. Se è dotato di un sistema che lo consente, può applicare una tariffa in base ai rifiuti effettivamente prodotti.

Come si calcolano

Anche per il calcolo ognuna delle imposte segue una propria regola.

L’Imu si calcola in base alla rendita catastale rivalutata, applicando l’aliquota espressa in millesimi:

Rendita catastale x 1,05 x 160 x aliquota / 1.000

La Tari si calcola in base alla superficie calpestabile dell’immobile e al numero di componenti del nucleo familiare che vi risiede. Il calcolo viene effettuato direttamente dal Comune e comunicato al contribuente, che deve solo pagare il bollettino che riceve a domicilio.

Le detrazioni

Per tutte le tipologie, ogni Comune può definire riduzioni di imposta o agevolazioni per particolari situazioni soggettive, ad esempio a favore di alcune tipologie di nuclei familiari. È molto probabile che i Comuni adottino l’Isee per riconoscere agevolazioni ai nuclei che si trovano in condizioni di disagio economico.

Per l’Imu, il Comune può definire una detrazione dall’imposta dovuta (anche fino all’ammontare dell’imposta stessa) per le abitazioni principali di categoria A1 (abitazioni signorili), A8 (ville) e A9 (castelli e palazzi storici), cioè per quelle categorie di abitazioni principali per le quali è stato mantenuto l’obbligo di pagare l’Imu.

Quando e come si paga

Le scadenze per il pagamento di  Tari e Imu vengono decise autonomamente da ciascun Comune, anche se seguono alcune regole comuni.

I pagamenti possono esser effettuati tramite bollettino di conto corrente postale o modello F24.

L’Imu si paga in due rate , entro il 16 giugno e il 16 dicembre, ma sono previste modifiche.

La Tari può essere pagata dilazionando in un minimo di due fino a un massimo di quattro rate, le cui scadenze vengono fissate da un’apposita delibera comunale.